Quella italiana è una società che invecchia con un ritmo sempre più veloce rispetto alle nascite. L’indice di vecchiaia in Italia, cioè il grado di invecchiamento della popolazione, dall’elaborazione degli ultimi dati ISTAT riferiti all’anno 2021, ci dice che ci sono 182,6 anziani per ogni 100 giovani.
È chiaro che in una società come la nostra, dove il concetto di famiglia è molto forte, la gestione delle persone anziane diventa complessa e spesso problematica. Bisogna tenere presente che la generazione dei “nonni moderni” non è più quella di qualche decennio fa: oggi i nonni sono spesso fondamentali nel ruolo di baby sitter verso i propri nipoti.
Forniscono un solido aiuto fisico, e spesso anche economico, a quei genitori che lavorano entrambi e per cui diventa difficoltoso conciliare tutte le attività dei bambini. Sono i nonni che accompagnano i nipoti a scuola, a fare sport e che restano con loro fin quando i genitori non tornano a casa.
Ma sempre più spesso, accanto a questa generazione di “ super nonni”, che vivono una terza età in salute, si affianca tutta una categoria di anziani che per vari motivi non riesce ad essere più autosufficiente. E qui iniziano i problemi di gestione da parte di figli che si ritrovano di colpo a dover fare da genitori ai propri genitori, in un ribaltamento di ruoli che non sempre è facile gestire con serenità.
Spesso ci si trova a dover fare i conti con veri e propri capricci da parte del genitore anziano, che regredisce quasi all’età dell’infanzia, come fosse un bambino. Fa tutto parte dei cambiamenti psicologici a cui si va incontro con gli anni: per queste persone diventa difficile gestire situazioni complesse, essere tolleranti verso gli altri, ricordare nomi o luoghi e avere invece un umore mutevole durante la stessa giornata. Sono tutti chiari sintomi di una sottile depressione che si somma ad un quadro generale già debilitante.
Come affrontare tutto questo?
Bisogna innanzitutto accettare questa nuova fase della vita, dove i ruoli sono ribaltati e dove spetta ai figli essere pazienti. Siamo tutti abituati, fin da bambini, a vedere i nostri genitori come supereroi, inattaccabili e immuni allo scorrere del tempo. Crescendo scopriamo che non è così, che con l’avanzare degli anni si diventa più deboli, fragili e che anche gesti semplici diventano complicati da fare in autonomia.
Così come un tempo i genitori insegnavano pazientemente a camminare, ad andare in bicicletta, a leggere e scrivere, così adesso tocca ai figli aiutare a mandare un messaggio su Whatsapp o spiegare come si utilizzano i social. Teniamo presente anche l’altro lato della medaglia: neanche per il genitore anziano è facile accettare di non essere più autosufficiente, di dover dipendere da qualcun altro e non poter più gestire in autonomia la propria vita.
Per affrontare questa situazione partiamo dunque dalle cose semplici.
Cercare di mantenere un atteggiamento allegro e propositivo e non permettere allo sconforto di qualche momento di buttarci giù. Si possono proporre attività da svolgere insieme come una passeggiata al parco, una piccola gita fuori porta quando possibile, o più semplicemente andare a fare la spesa: sono tutte attività che mantengono vive le passioni e gli interessi.
Fondamentale è non fare mancare il contatto fisico, a partire da un semplice abbraccio: baci e gesti affettuosi stimolano la produzione di ossitocina, l’ormone del buonumore che abbassa il cortisolo e aiuta a diminuire lo stress e i suoi effetti negativi.
Nel caso si abbiano fratelli e sorelle sarebbe auspicabile imparare a dividere i compiti e le cose da fare, per alleggerire il carico di ciascuno, oppure farsi aiutare ricorrendo a servizi di assistenza domiciliare. In questo caso è importante non cadere nel groviglio del senso di colpa che si prova quando, per vari motivi, si è costretti ad affidarsi all’aiuto di una struttura esterna: non è di certo uno “scarica barile”.
Fortunatamente oggi anche la tecnologia può essere d’aiuto, ad esempio tramite telefoni con la funzione di SOS che chiamano automaticamente i numeri di fiducia memorizzati in rubrica. Ma anche ausili come deambulatori, per agevolare la mobilità fuori e dentro casa, sedie per docce, letti con supporti elettrici per agevolare l’alzata.
Dobbiamo abituarci ad entrare in una nuova ottica di consapevolezza: la vecchiaia è una fase della vita, non va demonizzata né temuta ma accettata.
È in parte una sfida, da affrontare con consapevolezza, pazienza e infinito amore.